Arte, Fotografia
Leave a comment

Willy Ronis / Fotografie 1934-1998,Venezia Tre Oci.

alt="Willy Ronis"

La guerra porta tracce indelebili e che la fotografia ha il dovere è la forza di documentare; così all’indomani della Seconda Guerra mondiale la fotografia riacquista la sua forza propulsiva che l’aveva caratterizzata negli anni trenta. Stampa e informazione richiedono l’azione di “documentare” gli eventi nello scatto; quello che passerà alla storia è il momento “congelato” manifestato che la scrittura non può fare. Questo potere mediatico verrà mantenuto dalla fotografia fino agli anni ’50, poi con l’avvento della televisione verrà messo in crisi e lo scatto del fotografo incomincerà le sue difficoltà .

L’attualità portata nelle case dalla televisione frenerà il modo di comunicare attraverso la fotografia che dovrà accettare una crisi pesante e la sua stessa sopravvivenza. Poche mostre, diminuzione dei quotidiani e delle riviste e così i fotografi incominceranno a ricadere nel mondo del dimenticatoio, si dovrà aspettare gli anni ’70 quando nascerà una manifestazione come i Rencontres Internationales della Photographie di Arles perché le cose cambino realmente.

Evento catalizzante sarà il festival di Arles che porterà a nuove pubblicazioni specializzate come Photo, Zoom Contrejourn, poi nuove gallerie come Agathe Gaillard e nuove agenzie come Gamma, Viva, Sipa, Sygma.

Willy Ronis riceverà il Grand Prix National de la Photographie nel 1979 e sarà l’invitato d’onore ai Rencontres d’Arles nel1980, pubblicando la sua prima monografia. Da quel momento il suo successo non smetterà di crescere.

 

alt="Willy Ronis"

Willy Ronis, Autoportrait aux flashes, Paris, 1951
Ministère de la Culture / Médiathèque de l’architecture et du patrimoine /Dist RMN-GP © Donation Willy Ronis

 

Willy Ronis era un uomo saggio, modesto e che soprattutto vedeva la vita con una filosofia che disegnava una traiettoria precisa nei suoi settantacinque anni di scatti.

Nato a Parigi e precisamente a Montmartre da un padre operaio fotografo correttore di lastre e di una madre insegnante di pianoforte, al suo sedicesimo compleanno il padre gli regala una Kodak 6,5×11 con cui realizza i primi scatti per Parigi.

Al rientro dal servizio militare nel 1932 si trova a suo malgrado ad affrontare la crisi economica e incominciare a lavorare per aiutare il padre, molto malato, come fotografo artigiano di quartiere. Lui incomincia ad alternare la monotonia del lavoro richiesto con gli scatti anche fuori da Parigi nei brevi soggiorni in montagna. Nascono gli scatti sulla neve e dello sci e che attireranno l’interesse di David Seymour, dal pseudonimo Chim, che si reca nello studio per stampare le proprie foto. Conoscerà Robert Capa che diventerà anche suo amico. Dopo la morte del padre decide di lasciare l’attività dello studio per dedicarsi pienamente a quella di fotografo indipendente, fu incoraggiato nel fare questa scelta con la pubblicazione di un libro con le sue fotografie e sugli eventi dei movimenti sociali nel mondo del lavoro, tema che continuerà a rappresentare nel tempo.

 

alt="Willy Ronis"

Willy Ronis, Le Nu provençal, Gordes, 1949
Ministère de la Culture / Médiathèque de l’architecture et du patrimoine /Dist RMN-GP © Donation Willy Ronis

alt="Willy Ronis"

Willy Ronis, Place Vendôme, Paris, 1947
Ministère de la Culture / Médiathèque de l’architecture et du patrimoine /Dist RMN-GP © Donation Willy Ronis

 

Il periodo tra il 1946-1960 sarà per Willy Ronis quello di una fotografia artistica ed editoriale di grande importanza . Realizza sempre maggiore lavoro, diversificando al massimo la sua attività: reportage sociali, documentari, lavori industriali, fotografia applicata, sempre conservando una marcata indipendenza.

Rimane indipendente anche quando la rivista Life gli commissiona dei reportage sui temi sociali, ma alla richiesta di poter apportare le sue didascalie insieme agli scatti, la rivista non risponde positivamente e Ronis rifiuta l’incarico a svolgere il lavoro richiesto e concludendo la sua collaborazione con la rivista.

 

alt="Willy Ronis"

Willy Ronis, Vincent, sur la route des vacances, 1946
Ministère de la Culture / Médiathèque de l’architecture et du patrimoine /Dist RMN-GP © Donation Willy Ronis

 

Allora la sua attività ricevette un duro colpo economico, e le mostre gli permisero di rimanere visibile al pubblico. Nel 1953, ad esempio Willy Ronis è invitato dal Museo di arte moderna di New York a partecipare alla mostra “Four French Photographers” in compagnia di Brassaï, Doisneau e Izis. Nella prefazione Edward Steichen , l’organizzatore, scrive:” Le loro fotografie sono molto diverse, a causa della profonda energia che apportano alla rappresentazione umana delle cose, dei momenti e dei luoghi che descrivono. Contengono quella tenerezza semplice, dell’umore malizioso, quel calore terreno e quella familiarità del quotidiano che sono presenti nel meglio delle arti popolari”.

 

alt="TreOci"

Willy Ronis ,Mostra a Venezia Tre Oci 2018 Paola Ricci©Photo

La mostra che ha inaugurato il 6 settembre a Venezia a Tre Oci, raccoglie la produzione che va dal 1934 al 1998; è la più completa retrospettiva del grande fotografo francese in Italia, presenta 120 immagini vintage, tra cui una decina inedite dedicate a Venezia, e documenti, libri e lettere mai esposti prima d’ora.

L’esposizione, curata da Matthieu Rivallin, coprodotta dal Jeu de Paume di Parigi e dalla Médiathèque de l’architecture et du patrimoine, Ministry of culture – France, con la partecipazione della Fondazione di Venezia, organizzata da Civita Tre Venezie, presenta 120 immagini vintage, tra cui una decina inedite dedicate a Venezia, in grado di ripercorre l’intera carriera di uno dei maggiori interpreti della fotografia del Novecento e protagonista della corrente umanista francese, insieme a maestri quali Brassaï, Gilles Caron, Henri Cartier-Bresson, Raymond Depardon, Robert Doisneau, Izis, André Kertész, Jacques-Henri Lartigue e Marc Riboud.

 

alt="TreOci"

Willy Ronis ,Mostra a Venezia Tre Oci 2018, Paola Ricci ©Photo

alt="TreOci"

Willy Ronis , Mostra a Venezia Tre Oci ,
Paola Ricci©Photo

 

Will Ronis è definito fotografo umanista, ma chi sa se egli si ritrovasse realmente in questa definizione ? Umanista, inteso come rispettoso della dignità e del valore delle persone? Dove la verità e la moralità sono esplicate attraverso investigazioni umane ?

Quello che si percepisce nelle foto di Willy Ronis è il “tratto” comune della “narrazione umana”; l’uomo rappresentato è quello che agisce sulla sua condizione umana e sulla sua possibilità di “scelta” o “obbligo” di viverla e manifestarla. Scelta e obbligo sono quello che permane negli scatti catturati da Ronis, i suoi personaggi stanno nel contesto dello scatto, perché inevitabilmente vivono quella condizione umana, ma nello stesso tempo esprimono “come” stare in quel “riquadro” del fotogramma. La bellezza di questo fotografo è di saper attendere e scattare questa “diatriba” umana in cui la trascendenza non è presente, dove il misticismo si è liquefatto e la verità è ricercata per quella che appare, la difficoltà è renderla “storica” e duratura nel tempo.

 

alt="Willy Ronis"

Willy Ronis, Fondamente Nuove, Venise, 1959
Ministère de la Culture / Médiathèque de l’architecture et du patrimoine /Dist RMN-GP © Donation Willy Ronis

Quest’artista faceva dei suoi reportage la dimostrazione delle sue convinzioni politiche in difesa delle classi più povere, pur mantenendo quell’ottimismo sottile che lo distanzia dal credo solo politico. Le luci, i neri, i diversi piani di oscurità, catturano anche l’indicibile dettaglio che sta lontano e racchiuso in un’abitazione che si apre sulla strada oppure dove un controluce non permetterebbe di vedere il viso di un “vetraio” che è invece Ronis coglie e stampa con maestria sulla carta bianca e immacolata.

L’importante per lui è ricevere immagini piuttosto che cercarle, assorbire il mondo esterno piuttosto che afferrarlo e, da lì, costruire la propria storia.

“Davanti a una folla in movimento e a una scena che si compone e si dissolve costantemente, aspetta l’attimo in cui tutte le linee siano armoniche e l’insieme degno di essere immortalato” Bertrand Eveno.

 

http://www.treoci.org/index.php/it/2013-02-05-10-08-35/in-programmazione/item/305-willy-ronis-fotografie-1934-1998

Filed under: Arte, Fotografia

by

"lasciate nel sole questo brillare di stelle, come libere parole donate la luce, accompagnatele dove loro vogliono andare / let the dazzling stars shine, like words, to accompany them wherever they choose to go"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *