Lasciate fiorire i carciofi, Scrittura
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1.1 La casa della pelle

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Quando il bambino nasce, la sua pelle tocca la pelle della madre. La pelle ricopre tutto il corpo e separa e protegge l’interno con l’esterno. Questo progetto, lo studio e la realizzazione di laboratori didattici di arte, sono svolti per i bambini di età della scuola materna al Museo dei bambini a Roma e per i bambini della scuola elementare. Il bambino ritrova la sua tenerezza e il liberi movimenti attraverso il gioco e il divertimento, e sentire attivo il contatto della sua pelle col mondo esterno.

La Pelle, Il Corpo, I Sensi, La Grazia.

THE HOUSE OF THE SKIN

The interior grace is when something is going on your skin. The grace is in the free movement. When the child is born his skin touches the skin of his mother. The skin covers the whole body and separates and protects the inside with the outside.

This project, the study and the realization of art workshops are held for children of kindergarten at the Children’s Museum at Rome and for elementary school children.

The child retains its tenderness and free movements through the play and the fun, and to feel active the contact of his skin with the outside world.

Skin, Body, Senses, Grace.

 

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Photo Collage©Paola Ricci
Didattica dell’Arte

 

La prima grazia del bambino è nel movimento di protendere la sua bocca verso il capezzolo materno per poppare. Alexander Lowen, parla, della consapevolezza che ogni individuo possiede un’energia vitale essenziale d’interazione tra corpo e mente, per un controllo degli stati mentali e fisici. Questa energia si ottiene attraverso lo scambio continuo tra l’interno e l’esterno del corpo.

Egli parla, della grazia del corpo, come il risultato della libertà di tensioni croniche, l’eliminazione dei disaccordi; se l’individuo crescendo perde la consapevolezza di alcuni parti del proprio corpo, vuol dire che ha perso anche l’accesso alla funzionalità di queste parti e sono assenti alla sua coscienza. La memoria può ritornare a bloccare la postura dell’adulto per situazioni vissute nel passato, in cui il corpo del bambino sia stato costretto a certe posizioni o a costrizioni che lo bloccavano. Quando il bambino viene al mondo, dal ventre della madre, il suo primo respiro è per allontanare la morte, se non respirasse, morirebbe. Poi il primo contatto che ha, di altra pelle, avviene tra corpo e corpo, pelle con pelle della madre, dopo sopraggiunge la parola, creando i due binomi che si affiancano, corpo con corpo e parola con parola. La crescita psicologica del bambino non coincide con quella biologica, è determinata e favorita da delle condizioni che Margaret Mahler (1897-1985), psicanalista della metà del Novecento, studiò nelle relazioni primarie e di cura da parte della madre verso il figlio.

 

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La casa della pelle
Explora, Roma 2011, Didattica dell’Arte

Nel processo di separazione-individuazione, la Malher individua un sotto stadio, quello di differenziazione e sviluppo dell’immagine corporea (4º-8º mese) ed è quello che ci interessa per la presa di coscienza del corpo del bambino. Grazie alla coordinazione motoria, il bambino apprende il proprio schema corporeo (con le mani e la bocca esplora tutto il corpo). Verso il 6° mese esplora gli oggetti che si trovano alla sua portata e il viso di sua madre (i capelli, il naso, gli occhi). A 7-8 mesi, il bambino distingue la madre dalle altre persone. A quest’età sperimenta reazioni di angoscia quando la madre lo lascia e reagisce in modo diverso in base alle persone presenti.

 

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La casa della pelle
Explora, Roma 2011 , Didattica dell’arte

 

Il bambino comincia a differenziarsi dalla madre. Allora, la presa di coscienza del corpo, avviene per la Mahler precedente a quello che sarà la distinzione del bambino dalla madre e la sperimentazione della sensazione di abbandono. Ora la ricerca più recente ha dimostrato che alcuni schemi affettivi-motori si stabiliscono in modo rudimentale già in fase di nascita e non occorre aspettare di superare la fase “autistica” dei primi mesi del bambino, poi quella “simbiotica”, per arrivare alla fase di “separazione –individuazione” descritta da Margaret Mahler. Le due vicende formative hanno inizio dalla nascita se non ancora prima. In questa ricerca descrivo come sia importate, nell’accudire il bambino nei primi anni di vita, la protezione della sua “grazia interiore”, che è la presa di coscienza del corpo; parlerò della pelle, della sua funzione di pellicola su cui s’impressionano gli strati di fotografie del sogno e dove il sogno, agendo narrandosi, va a riparare la pellicola della pelle che è stata violata.

 

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La casa della pelle
Explora Roma, 2011, Didattica dell’Arte
Paola Ricci©Photo

L’Io pelle.

Il tatto è il primo senso che si sviluppa nell’embrione, prima ancora della vista e dell’udito. Durante il parto le stimolazioni primarie che riceve il neonato sono quelle cutanee. Attraverso la pelle impara a riconoscere i movimenti degli arti e ritornare sulla pelle. Durante la nascita la pelle del neonato subisce forti stimolazioni sia a livello dermico, sia muscolare. René Spitz (1887-1974) aveva individuato nel neonato la pelle, le mani e il labirinto acustico come organi primari di percezione. La Mahler (1975) parla della pelle come il terreno fondamentale nel processo di evoluzione dello schema e dell’immagine del corpo. Susan Ludington, docente d’infermeria pediatrica e neonatale negli Stati Uniti, pubblicò, all’inizio del 2004, uno studio, svolto in America, sul primo contatto tra mamma e neonato al momento della nascita; il contatto prolungato pelle a pelle del neonato con la madre, ha dato esiti positivi per il futuro sviluppo dei bambini. Lei ha affermato che se il bambino appena nato non presenta nessuna problematica clinica e non richiede rianimazione intensiva, è importante metterlo a contatto con la pelle della madre e aspettare che il bambino si avvicini al seno della madre per fare la sua prima poppata, e che il primo esame al bambino sia eseguito mentre sta a contatto di pelle con la mamma. Questo ha dimostrato, nel tempo, che i bambini che hanno vissuto questa esperienza, hanno una vita extrauterina migliore e non presentano problemi respiratori; diminuivano i casi di apnea notturna e il metabolismo del bambino migliorava.

 

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La casa della pelle
Explora, Roma 2011, Didattica dell’ Arte
Paola Ricci©Photo

Didier Anzieu (1923-1999) definisce, nel libro Io pelle, l’Ego Pelle, capace d’immaginazione e di mediazione tra psiche e corpo, fra il sé e il mondo. Egli parla della nascita del neonato e di come tutta la sua pelle si strofina sulla pelle della mamma, creando un contatto unico che poi renderà la pelle dell’individuo, la massima superficie da cui passeranno gran parte delle sensazioni e problematiche. “ l’Io-pelle è una realtà fantasmatica: a volte rappresentata nei fantasmi, nei sogni, nella lingua corrente, negli atteggiamenti corporei, nei disturbi del pensiero; e creatore dello spazio immaginario che costituisce il fantasma, il sogno, la riflessione di ogni organizzazione psicopatologica” (D.Anzieu, 1985, p.21). Vi sono tre funzioni principali che compie la pelle: 1) trattiene quello di buono riceve dall’allattamento e dalle cure del bagno, 2) demarca il limite tra il dentro e il fuori che rimane all’esterno, protegge dalle aggressioni, 3) la bocca sente la pelle della madre, con essa compie gli scambi con gli altri. Il bambino dalla pelle avverte che si sta toccando e che è toccato. Nel lavoro di Anzieu il sogno compie un’azione di trasposizione tra il soggetto e l’azione esterna; la pelle diventa quella pellicola su cui è impressionato lo strato delle fotografie del sogno. Il sogno agendo narrandosi va a riparare la pellicola della pelle che è stata violata.

Mary Ainsworth (1913-1999), psicologa canadese, per determinare il tipo di attaccamento tra madre e figlio, sviluppò un paradigma di ricerca basato su episodi potenzialmente di “stress relazionale” elaborando otto episodi di laboratorio chiamati “Strage Situation” (1969). In questi episodi il bambino è sottoposto a situazioni diverse in relazione alla madre, ai giochi e agli estranei. Quello che colpì la studiosa fu la qualità del contatto di tattilità che si creava tra la madre e il bambino. Allora la deprivazione della madre nei confronti del bambino fu focalizzata sulla qualità, intendendo con questo il condividere il ritmo, le manovre, e non osservò il bambino come un essere che assorbe semplicemente quantità maggiori o minori di tattilità.

 

CONTINUA ….

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