Arte, Filosofia
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Spazio Tempo/ Pierre Francastel

Quando lo spazio figurativo non è solo circoscrivibile nell’osservazione effimera di un’opera d’arte, allora possiamo definire che la sua situazione Spazio-Tempo ci apre nuove modalità di osservare l’opera d’arte e compiacere di questa visione?

La storia sociale dell’arte ha enunciato considerazioni che permettono di sentirci “collocati” in quel contesto storico in cui l’opera è stata realizzata, dando, all’opera d’arte, una risultante in cui la sostanza è, in se per sé, meno effimera e più contestualizzata.

Allora le fonti storiografiche sulla vita sociale interpretano il “tempo” riducendo la distanza della “durata” tra il momento in cui è stata eseguita e la possibilità di essere vista.

Gli aspetti del Tempo e dello Spazio sono argomentati da Pierre Francastel in un saggio del 1970, “Etudes de Sociolologie de L’Art”, rendendoli autonomi rispetto alla materia che li ha generati e contestualizzandoli nello spazio figurativo e non verbale.

Quando poi una verità scientifica è riportata in quella artistica, Pierre Francastel si domanda:

“ in primo luogo quale misura vi sia stato prestito o incontro, e poi fino a quale punto le intenzioni dichiarate dei pittori costituiscono realmente la molla dell’invenzione”.

Quello che mi affascina è il termine di “prestito” e “incontro” in contesto creativo, precludendo proprio un passaggio di conoscenza che non è statico, ma in continuo movimento come è lo spazio e il tempo.

Non si può circoscrivere ne l’uno ne l’altro termine, quando lo spettatore è davanti ad un’opera, perché non si riesce a definire la separazione tra gli elementi che definiscono lo spazio essendo lui in movimento e l’opera non è in un tempo definito.

Quello che rimane definito per lo spettatore è sicuramente la cosa conosciuta, più di quella “vista”. L’occhio quando guarda una cosa, non ha una visione statica ed è fisiologicamente in movimento; lo spettacolo è in movimento, anche se l’oggetto in questione è statico.

Ecco che quello che ci interessa del tempo non è la sua ripetibilità nello spazio, ma quanto la sua differenziazione nello spazio. A sua volta anche lo spazio è la somma di porzioni di dimensioni tridimensionali diverse tra loro e non ripetibili e in quanto tali, si modificano nel tempo.

L’infinita distesa omogenea nello spazio non è “reale” e solo immaginabile ed è concepita nel presente, mentre il tempo si sviluppa nella memoria.

Paola Ricci© Photo

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