Arte & Opere, Viaggi
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Spagna/Poesia di stili diversi

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Ritrarre una terra e un luogo è opera di mille implicazioni stilistiche, anche solo un solo suono può descrivere una terra lontana come la musica che aleggia sui profili di terra, di palazzi e di onde che infrangono sulle scogliere da cui si può scorgere quell’infinito pensiero che alimenta la vita, il viaggio oltre ogni confine.

Sapere che attraversare una regione è attraversarne la storia come membrane che avvolgono strati che si sono sovrapposti nel tempo. L’arte è l’idea di scoprire solo l’inizio di qualcosa, senza, spesso, comprenderne la totalità.

Ogni percorso artistico non è cementato nel suo tempo, ma rifluisce in quello che avverrà poi avanti, come se catturare una pennellata del 1400 sia un’operazione del cervello che compie per migrare in un quadro del ‘900 e così avanti. Si può definire il “tributo” degli artisti per quello che hanno visto e osservato.

Così il grande Velázquez “donerà” i suoi misteri a grandi come Picasso e Dalì, tutte e tre artisti spagnoli che non serve annoverarli come grandi, ma come misteri della vita.

Provocazione nella vita è ciò che l’arte auspica, non sono i fini quelli che si raggiungono è quello che il viaggio dovrebbe essere, un salto nella conoscenza della propria provocazione mentale e fisica. Il corpo si sposta verso la capacità di accettare un cambiamento di osservazione.  La Meninas è del 1656, è la Spagna del XVII, quando fare l’artista era un mestiere che non permetteva di raggiungere un elevato stato sociale. Questo dipinto raggiunge uno dei più elevati sensi di mistero in una scena pittorica, dove l’interpretazione raggiunge, negli studi filosofici e in particolare quello di Foucault, un raccolto affascinante nel testo, del 1966, “Le parole e le cose”. Foucault abbandona gli intricati stratagemmi interpretativi per arrivare al punto nevralgico della composizione dove è l’artista che si raffigura, si rappresenta senza mistero nell’atto di compiere un’opera. E’ il rovesciamento della tela a sinistra che infrange il percorso diretto dello spettatore che osserva l’opera e lo specchio in fondo che riflette le due persone che stanno osservando il pittore, Velázquez, che si raddoppia in gioco di parti.

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Las Meninas, Diego Velázquez Olio su tela 318 x 276 cm Museo del Prado, Madrid

Il gioco della rappresentazione consiste qui nel portare l’una al posto dell’altra, in una sovrapposizione instabile, queste due forme dell’invisibilità- e di restituire all’istante stesso all’altra estremità del quadro- al polo che è il più intensamente rappresentato: il polo d’una profondità di riflesso nel cavo di una profondità di quadro. Lo specchio assicura una metatesi della visibilità che incide, a un tempo, nello spazio rappresentato del quadro e nella sua natura di rappresentazione: mostra, al centro della tela, ciò che del quadro è due volte necessariamente invisibile”. Foucault.

Grandi spazi naturali, o Palazzi di luoghi e di città spagnole, sono indotti a essere involucri di qualcosa che si espande o riflessi di altro che non è subito possibile cogliere come reale e concreto, ma che sono inseriti in quel fotogramma scattato in un tempo passato.

La sala Abencerrajes dell’Alhambra a Granada non ha finestre che danno all’esterno e la cupola è decorata con una tecnica che suddivide in infinite nicchie angolari raccordanti il perimetro della sala che si presenta come cupola circolare. La luce che penetra cambia ogni momento del giorno con l’effetto cromatico che si riflette sulle pareti.

La sensazione che si ha è di essere protetti in un ambiente non statico dove si dissimula la superficie reale. Questo nascondere non inquieta, ma abbellisce gli occhi di fotogrammi che si muovono come onde sonore e naturali.

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Il Salón de los Embajadores Alhambra, Granada Paola Ricci©Photo

Rafael Alberti

Ritorni dell’amore come era

A quel tempo eri bionda e grande,
solida spuma ardente ed elevata.
Parevi un corpo staccatosi
dai centri del sole, lasciato
da un colpo di mare sulla sabbia.

Tutto era fuoco a quel tempo. Bruciava
intorno a te la spiaggia. A rutilanti
vetri di luce erano ridotte
le alghe, i molluschi, le pietre
che le ondate spingevano contro di te.

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Spagna Paola Ricci©Photo

Tutto era fuoco, fulmine palpito
d’onda calda in te. Se era una mano
che osava o le labbra, cieche braci
volando fischiavano nell’aria.
Tempo incendiato, sogno consumato.

Io mi rotolai nella tua spuma a quel tempo.

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