Nella collana “Le strade”, Fazi Editore edita “Madonna col cappotto di pelliccia”, (titolo originale “Kürk Mantolu Madonna” del 1943) di Sabahattin Ali e tradotto da Barbara La Rosa Salim.
Il romanzo ha un ritmo, nella scrittura e narrazione, veloce e intenso; l’agilità descrittiva porta a leggerlo tutto di un fiato e nello stesso tempo l’energia che sprigiona, ti obbliga a rimanere in movimento su ogni pagina in cui la descrizione dei passaggi, i dialoghi, le affermazioni e le descrizioni minute dei dettagli, sono quei vortici di mescolanze e di bellezza raffinata che è coinvolgente.
Il tema dell’amore, in letteratura, è il tema più difficile da trattare per un manoscritto; può sembrare facile descrivere quello che può avvenire tra due persone che si amano, e invece si scatenano svariate forze nascoste che il lettore va a ricercare spesso in molti romanzi che affronta, come fosse un “condimento” imprescindibile nella dimensione amplificata che è la “lettura”.
Qui gli amanti, sono realmente consapevoli di quello che stanno vivendo ?
Percepiscono cosa comporterà, nel tempo della loro vita, la portata del cambiamento?
Il loro nascondersi in una città fredda, ma unica, come Berlino gli permetterà di occultare anche le loro emozioni, mentre un quadro sarà lo spartitraffico tra quello da dire e quello da negare come se l’immaginare l’impossibile fosse sulla tela e potesse assorbire le sembianze di una donna reale. Così l’opera d’arte, racchiusa nella galleria che visita ogni giorno Raif Efedi diventa quello specchio dove i due personaggi si nascondono principalmente a se stessi.
Maria Puder, la donna del ritratto e la sua artefice, parla d’amore salvaguardando la sua libertà, la sua indipendenza e malgrado tutto si sottrae da ogni dubbio sui sentimenti amorosi quando incontra Raif. Lui è la figura di un uomo semplice, la cui sensibilità lo sovrasta tanto da non aspettarsi inizialmente nessun cambiamento di Maria, ma credendo che l’unica condizione della sua vita fosse quello di essere amato da lei.
Il romanzo assume una struttura di “doppio racconto”, quando viene inserito un taccuino segreto che Raif Efedi decide di dare al suo collega Hamdi, con cui condivide l’anonimo ufficio ad Ankara, e con cui intesse un’amicizia prima che la sua esistenza venga totalmente “prosciugata” dalla sua famiglia, composta da personaggi ombrosi e traslucidi posti su un palcoscenico semi illuminato che è l’abitazione di Raif Efedi.
L’eroina è qui Maria, non per un ruolo preponderante, ma perché la femminilità viene descritta da Sabahattin Ali come la fonte di una conoscenza umorale e sociale in un contesto amoroso che cangia col cambiare degli eventi e supera le barriere basate sulle supposizioni e che possono svanire come bolle di sapone per la mancanza di coraggio nell’affrontare gli eventi.
Maria Puder si presenta per la prima volta a Raif Efedi in modo sicuro e baldanzoso, attraversando la galleria dei quadri e andando subito al sodo della questione senza mezzi termini e rivolgendosi a Raif, intento a guardare un quadro di una donna con un cappotto di pelliccia. Il quadro, il ritratto di una Madonna con cappotto di pelliccia, definito autoritratto era diventato l’ossessione di Raif che voleva conoscere chi era la donna del dipinto; non si accorge minimamente che è lì accanto lui, e la descrive anzi in questo modo: “Sollevai lo sguardo in fretta per poi riabbassarlo subito, indisposto dal sorriso eccessivamente formale e beffardo della donna.”.
Quando la carne femminile si vestirà del cappotto di pelliccia e volteggerà nella notte berlinese, solo allora Raif Efedi la riconosce, col suo viso pallido e gli occhi neri e il naso lungo.
Questo romanzo descrive amabilmente quello che spesso si nega quando l’uomo è colpito dall’amore, quel inspiegabile sentimento che cattura il maschile come qualcosa di sconosciuto, perché l’emotività si pensa che albeggia nel femminile come debolezza incontrollabile.
Quello che trovo forte e dirompente è come Maria trasformi la sua “pura” libertà imbevuta anche di dubbio salvifico, in una travolgente trasformazione di consapevolezza amorosa che supera il tempo e ne fa uno scritto di una forza attuale rigenerativa da ogni cenere.