Archeologia dell’Ingrediente, Cibo
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La Rana pescatrice

“Lophius piscatorius o coda di rospo o Rana pescatrice, ma quanti nomi ha questo pesce ben strano!” disse il padre ad Agnese.

“Ma dove vive questo pesce ? Per terra o nell’acqua o in entrambi i luoghi ?”. disse Agnese

“Veramente mi sembra che viva solo nel mare e in quello bello freddo dal Mare del Nord (compreso il Mare Baltico) all’Atlantico fino alle coste nord occidentali dell’Africa comprese le coste islandesi è presente anche nel Mare Mediterraneo e qualcuno l’ha avvistato anche nel Mar Nero”.

“ Ma è lo stesso esemplare che si muove in tutte queste acque diverse papà?”. Chiese sempre più stupita Agnese al padre che era un zoologo degli Oceani che si trovavano in vacanza in Sicilia con lei.

Agnese era rimasta colpita dalla forma di questo pesce quando erano entrati nella pescheria di fiducia del padre in quella cittadina siciliana in cui si andava a rifugiare il padre dopo lunghi periodi di navigazione che lo teneva lontano dalla sua figlia di 5 anni. Agnese rimase colpita anche nel vedere che la pelle di quel pesce era priva di squame e la bocca molto grande e rivolta in alto e con diversi denti acuti.

“Papà devo dirti che questo pesce mi fa un po’ paura spero di non sognarlo questa notte!”

Allora il padre si mise fuori dal negozio e le raccontò una favola:

“C’era una volta una Rana pescatrice molto triste, perché passava il maggior tempo delle sue giornate infossata sul fondo marino in attesa delle sue prede. Un giorno vide cadere nel fondo del mare un anello col una perla molto grande che non le era mai capitato sotto i suoi occhi. Si mosse con le sue pinne pettorali dalla sabbia che la mimetizzava e uso il suo illicio per catturare l’anello prezioso. Lo prese e decise con tutta la sua forza di risalire verso la superficie del mare. Lo teneva stretto quell’oggetto non troppo pesante per lei che era cresciuta fino a raggiungere la lunghezza di circa 2 metri. Col un suo guizzo si trovo a spiaggiarsi sul legno del peschereccio che stava rientrando al porto, con un tonfo così forte che il marinaio Carmine si voltò di colpo e vide che il pesce teneva ancora stretto il suo anello.

Cromolitografia di Donovan , E. 1808

Cromolitografia di Donovan , E. 1808

Quell’anello era il dono di fidanzamento che aveva preso per la sua donna amata Fiorinda. La gioia fu grande quanto la paura e la tristezza quando gli era caduto nel mare. Solo la femmina, della Rana pescatrice, provvista di questa “canna da pesca”, poteva catturare il suo anello” caduto nel fondale del mare.

“ Papà ma poi cosa e successo a lei , il marinaio l’ha salvata ? Non l’ha lasciata sulla barca?”

“Carmine dopo aver preso l’anello, con grande fatica, vista la mole del pesce, la prese e con forza la rigettò nell’acqua”.

“ Cara Agnese si dice che ogni giorno Carmine, prima di rientrare nel porto, rimane  sul bordo del peschereccio ad aspettare il guizzo di quella Rana pescatrice e poi con una mano le tocca il dorso che si piega per lui  per disegnare nell’aria un sorriso ”.

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