Arte di scrivere, Editoria
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La frontiera / Erika Fatland. Marsilio Editori

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Questo libro è pubblicato dalla Marsilio Editori nella collana Specchi  con una copertina molto bella. Conosciamo una scrittrice, Erika Fatland, molto interessante e che è presente con un altro volume in Marsilio intitolato “Sovietistan”. Lei è stata nominata nel 2015 tra i migliori autori norvegesi under 35, vincendo il premio per la migliore non-fiction dell’anno, e nel 2016 Literary Europe Live l’ha selezionata tra le dieci voci emergenti più interessanti d’Europa.

“Viaggio intorno alla Russia” è il sottotitolo che descrive subito cosa ha compiuto questa antropologa classe 1983, che vive ad Oslo. Questo testo, scritto molto bene, ha il potere di ammaliare e sviluppare una immaginazione fervida lasciando nel tempo l’idea che il viaggio sia una forma di vita e di conoscenza storica. Muoversi così rende capace il lettore di comprendere lo spazio del suolo che si attraversa e calpesta e le persone che s’incontrano.

Con questo libro Erika Fatland è stata selezionata tra i dieci migliori libri non-fiction pubblicati in Scandinavia dal 2000 e nel 2018 ha vinto l’ambito premio dei bookblogger in Norvegia.

Un libro che ho trovato molto bello e scritto con una maestria e mi ha portato, con grande piacere, a viaggiare con lei. Sentivo di poter comprendere la vastità dello spazio che è attorno a questo stato. Non si tratta solo di territori e di confini, ma di cultura, di storia incarnata nelle persone e nella trasformazione che hanno subito le città che lei attraversava.

Il libro rimanda da subito la vastità del viaggio che ha intrapreso e ponendo dietro la copertina una cartina indicando il percorso svolto. Già nelle prime sessanta pagine sono presenti altre cartine che indicano nomi e le città, gli stati raggiunti in un viaggio che sembra una “Odissea” di eventi. Il tutto tenendo incollata alle pagine del libro qualsiasi lettore, ogni riga di testo è denso di conoscenza e di visualizzazione di dove lei si trova e dove sta andando.

Il viaggio è “intorno” alla Russia, tocca i confini e le diversi  “frontiere” , partendo dal mare  per congiungersi attraverso la Lapponia  alla sua casa; gli  stati limitrofi sono il raccontato tra passato e il presente, che ha influenzato in modo biunivoco i vari territori.

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Erika Fatland “La frontiera” Viaggio intorno alla Russia. Marsilio Editori
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Erika Fatland “La frontiera” Viaggio intorno alla Russia. Marsilio Editori

I suo viaggio e cadenzato dagli incontri e le scoperte che accadono; le persone sono uomini o donne comuni, altri  viaggiatori, persone che lavorano o guide turistiche. Partendo da Est a bordo dei mezzi più disparati, aerei a turboelica, treni, cavalli, traghetti, autobus e perfino renne e kayak, visita Corea del Nord, Cina, Mongolia, Kazakistan, attraversa il mar Caspio fino ad Azerbaijan e Georgia. Al di là del Mar Nero, perlustra l’Ucraina, la Bielorussia  e la Polonia, i paesi baltici e la Finlandia , fino ad arrivare a Kirkenes, tra i punti più a nord della Norvegia.

Per più di otto mesi, Erika Fatland cambia la sua vita quotidiana per immergersi totalmente nelle avversità climatiche che incontra e raccogliendo con minuzia e con capacità lessicale e storica, le testimonianze e immagini di quello che lei “voleva” andare a scoprire. Come ogni antropologa quello che lei coglie e riporta con tale passione e bellezza in questo libro è come l’uomo nel tempo ”storico” è portatore di evoluzione. Spesso questo non collima sempre con un miglioramento positivo, ma viene analizzato in rapporto agli eventi storici, dando una fotografia non brillantata di emozioni e supposizioni, ma confutate dalla storia e dal riscontro diretto. “Uomo-Parola” si muove nella società e nella storia che vive e che incontra e l’antropologo deve essere in grado di far dialogare tra loro discipline diverse come sociologia, filosofia, biologia, psicologia evolutiva e umanistica  per riportare una “deduzione” dei fatti nei comportamenti all’interno di una società. Poi non da meno il suo rapportare con la terra che cambia, con il cambiamento del clima e di come le stagioni si modificano nel cambiamento delle temperature.

Erika Fatland “La frontiera” Viaggio intorno alla Russia. Marsilio Editori
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Erika Fatland “La frontiera” Viaggio intorno alla Russia. Marsilio Editori

Come quando parla dei collezionisti delle zanne di mammut e del “business” nella Nuova Siberia. Nell’ultima era glaciale molti mammut andarono a cercare riparo in quel territorio; ora che il permafrost si scioglie e l’erosione avanza emergono zone ricche, dove si possono trovare le zanne. L’autrice riporta queste informazioni per poi correlarle ai cambiamenti dell’economia sociale. Il cambiamento climatico diventa così una possibilità nel bene e nel male per la nascita di nuove economie. I territori si manifestano e l’uomo li saccheggia. Questo mercato per esempio crea un’economia di svariati milioni trasformando questa zona dell’artico.

“ ‘Terra’ è un nome forviante tanto quando Groenlandia, che significa ‘terra verde’: ‘Acqua’ sarebbe stato un nome più adeguato al nostro pianeta. Il mare a volte era turchese, altre verde smeraldo, altre ancora marrone sporco”

L’uomo dimentica facilmente e non vuole  accettare la responsabilità di ammalare questa ‘Terra” e così a Capo Čeljuskin lei vede la catastrofe ecologica, il degrado umano e russo, centinaia e migliaia di barili arrugginiti accatastati  alla rinfusa da cui fuoriesce rigagnoli di combustibile che arriva fino al mare. Le carcasse di metallo e di macchine e di elicotteri si mescolano in un paesaggio di una cartolina da non spedire a nessuno. Erika Fatland sottolinea, nella descrizione del luogo, di  non aver visto un fiore che crescesse in quella terra. Questo contrasto tra rovina e vita è puntualizzato anche dalle parole delle persone che la portano in questi luoghi, sollecitati dalle sue interviste. Ci sembra di camminare al suo fianco e le sue fotografie scattate ci appaiono anche se non sono visibili nel testo.

Così nella Siberia lo scioglimento del permafrost rilascia nell’atmosfera ingenti quantità di gas rimasti intrappolati per migliaia di anni; ci riporta l’autrice il caso del 2016 in cui morì un ragazzo di dodici anni e milleduecento renne a causa di una epidemia di antrace  nella penisola Jamal.

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Erika Fatland “La frontiera” Viaggio intorno alla Russia. Marsilio Editori

Erika Fatland ci parla di fatti giornalisti con quelli di cambiamenti economici per darci un  spaccato vivo di come la bellezza di una terra come la Siberia sia anche e soprattutto la conoscenza che è un territorio che nasconde il quinto delle  riserve globali di petrolio e gas  e con lo scioglimento diventeranno sempre più accessibili.

Poi il viaggio continua e i diciannove chilometri di frontiera, che divido la Russia dalla Corea del Nord ci fanno capire come la geografia non sia solo una questione di  configurazione  della terra, ma i luoghi nelle loro delimitazioni  dicono  gran parte di quello che è avvenuto e avviene. Lo spazio di confine è limitato, ma la Russia ha esercitato l’influenza maggiore sulla Corea del Nord. Erika Fatland ci descrive questo stato con la dovizia di una camminatrice che si muove, nonostante le difficoltà, con la conoscenza di cosa vuole far vedere della gente che abita in questi territori. Della loro riservatezza che si mescola col regime. Della difficoltà di penetrarne la superficie.

Molto bello la descrizione del dialogo che intercorre tra lei e la guida turistica che l’ha accompagnata per tutto il tempo trascorso in questo stato dove il regime lo si percepisce in tutte le cose e in tutte le domande che lei cerca di fare alle persone che incontra.

“Ogni volta che avevo provato a immaginare la Corea del Nord, dentro di me era inconsapevolmente partito un fil in bianco e nero, come se il regime fosse stato in grado di spogliarla anche della clorofilla e dei tramonti”.

Il libro è suddiviso in tre grandi capitoli, l’Asia, il Caucaso e l’Europa; l’autrice ci pone un interrogativo che la grande Russia è anche il risultato delle terre che sono di frontiera; quello che si affaccia a lei sono le diverse etnie e l’ex Urss non è fatta di russi ma di culture diversissime. Lei riesce nella sua scrittura a tenerci incollati alle pagine e come dice lei stessa, che per tenere insieme le storie, i suoi occhi e le sue orecchie devono diventare quelle del lettore, in modo che il lettore faccia esperienza assieme all’io narrante e lei ci riesce completamente. Un libro da leggere tutto in una notte sotto quel calore che la lettura dovrebbe sempre accompagnarci.

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