Cinema
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Irina/Bif&st 2019

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Per il ‘ Panorama Internazionale’ al Teatro Petruzzelli per Bif&st 2019, il film Irina della regista Nadejda Koseva del 2018.

Irina è una cameriera part-time di una cittadina bulgara. Il giorno che è licenziata, il marito resta coinvolto in un grave incidente che porta lei e la sua famiglia in una prospettiva di povertà annunciata. La gelida disperazione che incomincia a crescere dentro di lei la porta a conoscere l’opportunità di guadagnare qualcosa diventando una madre surrogata.

La famiglia di Irina appare, già dalle prime scene, amaramente come una composizione di alcuni quadri caravaggeschi, dove la luce è la penombra e l’oscurità è la disperazione.

Nadejda Koseva mescola con nitida volontà la sensazione della carne violata e privata di emozione in contrasto con la purezza del figlio di Irina, unico motivo di redenzione per l’abbruttire della vita.

Inizia quest’avventura la protagonista già pensando che il figlio che porterà in grembo è una creatura indifesa e plasmerà il suo corpo che non rimane comunque proprietà di nessuno.

La relazione con un marito peggiora, no accetta che il suo corpo si modifichi e si pone al margine della vita per ostacolare lo sforzo di Irina. Lei sostiene gli infiniti pesi che tutti i personaggi che le stanno attorno le rilasciano  continuamente sulle sue spalle.

Sembra fatta di roccia che non si sgretola, o meglio come di carbone, come quello che ha bisogno per riscaldare la casa e che rotola nella strada, come si vede in una scena del film quando lo raccoglie insieme alla sorella.

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Irina film regista Nadejda Koseva del 2018

L’attrice Martina Apostolova abbraccia questo ruolo con grande immedesimazione. Il suo essere madre è di una bellezza non costruita, quasi determinata dagli eventi che forgiano il corpo,  appare precaria, ma di caparbietà verso la vita che ogni madre vede crescere dentro di se.

L’attrice riesce a dare nella sua interpretazione quella catarsi che non è sprigionata da una mimica facciale deliberatamente sfacciata, dove il dolore non assume manifestazioni eclatanti. Lei riesce a modellare sul suo viso un mondo d’interiorità silenziosa, perché se parlasse diventerebbe solo volgarità per affermare le difficoltà. Riesce a rendere con lo sguardo l’odore della paura e della consapevolezza che le uniche forze sono le sue, è l’odore acre che scivola sul suo viso.

Martina Apostolova riesce nel film a non assumere un linguaggio palese, non si interroga del suo piacere e del suo volere è come inconsciamente rivolta sempre verso i personaggi che le stanno attorno, il marito, la sorella, la coppia che l’ha pagata per essere madre surrogata e il vicino che ha causato l’incidente in cui il marito è rimasto coinvolto.

Tutti chiedono, tutti declamano quello che vorrebbero avere e che sperano che lei soddisfi con la sua presenza e il suo incedere silenzioso e forte.

Quello che poi si crea e un crescente connubio tra lei e l’altra madre, quella che riceverà il figlio che porta in pancia. Questo contrasto tra le due donne aumenta quando Irina si trasferisce a Sofia in un appartamento elegante e la regista sa calibrare le scene con delicato stridore  e le due abitazioni sono poi le due case dell’anima  che ospita questa trasformazione.

La protagonista incomincia a sentire sempre più acutizzata la ricerca di ritrovare affetto e calore; Nadejda Koseva non rende questo passaggio palese, ma lo farà arriverà come un fiume in piena, come una scrociate folata di vento in cui la decisione è di amare nuovamente e perdonare, come salvifica natura umana in ogni esistenza.

La Giuria del Concorso PANORAMA INTERNAZIONALE del 10° Bif&st, presieduta dal critico britannico Derek Malcom e composta da Giuliana De Sio, Grazyna Torbicka, Alberto Crespi e Salvatore Maira. Tenuto conto dell’elevata qualità del Concorso, e la forte presenza delle donne fortemente voluta dalla direzione artistica – tre registe in competizione e un considerevole numero di notevoli personaggi femminili – tiene a segnalare con una Menzione Speciale dell’attrice MARTINA APOSTOLOVA, a tutti gli effetti co-autrici del film bulgaro IRINA. La loro collaborazione dà vita a un personaggio che attraversa il film come una forza della natura, e che sarà difficile dimenticare.

#Bifest2019

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"lasciate nel sole questo brillare di stelle, come libere parole donate la luce, accompagnatele dove loro vogliono andare / let the dazzling stars shine, like words, to accompany them wherever they choose to go"

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