Ma appena ebbi assaggiato la fetta abbrustolita , nella piccola tazza da tè si dipinse tutto un giardino , sino a quel momento vago e spento ai miei occhi , con i suoi…. viali dimenticati, col susseguirsi delle sue aiuole , con tutti i suoi fiori, con quei piccoli fiori giapponesi che riprendono vita solo nell’acqua.
Allo stesso modo, tante giornate di Venezia che l’intelligenza non era riuscita a restituirmi erano morte per me quando, l’anno scorso, attraversando una corte, mi fermai d’un tratto in mezzo a lastre mal livellate e lucide. …….. Feci qualche passo indietro per tornare di nuovo su quella lastra mal livellata e lucida, per cercare di ritrovare lo stesso stato d’animo. All’improvviso fui inondato da un fiotto di luce. Era la stessa sensazione, già provata sulla pavimentazione un pò disuguale e liscia del Battistero di San Marco.” Marcel Proust
[Best_Wordpress_Gallery id=”41″ gal_title=”Venice”]
Aggirarsi per Venezia era come cercare di tenere teso quel filo che avevi posto in un immaginario punto della città e con la delicatezza delle mani lo arrotoli attorno ai tuoi fianchi; ritrovarne il capo era il motivo per cui vagavi tra le calli e le fondamenta, ti aggiri in posti sempre nuovi, sempre illuminati dalla luci cangianti, tra acqua e terra e non ti lasciavi intimorire quando i piedi, camminando, si appoggiavano sui bordi di quei passaggi
Ora i ricordi sono stesi su altri fili che non sono tesi, ma danzanti si spostano col tuo movimento e allora la luce sarà nell’aria e il profumo di salso e di fiori sarà la tua nuova traccia.