Barcellona / La piscina sul tetto
Quello che sembrava strano era che quel giorno, che non stava piovendo, la famiglia Rodrigo, che era in vacanza a Barcellona, decise di andare in piscina sul tetto dell’albergo.
I progetti architettonici si presentano anche come visionari e per tale, realizzabili su interdisciplinarietà di competenze sulla percezione dello spazio attraverso l’orecchio e il tatto. Muovendosi in un ampliamento sintattico di morfologie architettoniche, dove i sensi si pongono in modo paritetico rispetto al senso più diretto che è la vista nello spazio architettonico.
Ritengo che viviamo in un periodo della vita in cui le persone hanno perso o hanno dimenticato che lo spazio che li circonda cambia il senso della natura umana.
Cartesio ci dice:
L’evidenza: «Il primo era di non prendere mai niente per vero, ovvero, evitare accuratamente la fretta e il pregiudizio, e di non comprendere nel mio giudizio niente di più di quello che fosse presentato alla mia mente così chiaramente e distintamente da escludere ogni possibilità di dubbio».
Quello che sembrava strano era che quel giorno, che non stava piovendo, la famiglia Rodrigo, che era in vacanza a Barcellona, decise di andare in piscina sul tetto dell’albergo.
“Architettura è anche giocare, perché è un mestiere che ti aiuta a trovare nuovi orizzonti, a trovare nuove passioni. È un mestiere dove la creatività insieme alla tecnica costruiscono un racconto, che ti porti dentro e che desideri trasmettere attraverso il tuo disegno.” P.C. Pellegrini
Quando l’architettura agisce, attraverso una forma di pensiero “laterale”, lo fa per costruire quello che vuole immaginare per un luogo. Dove sentirsi vivi e protetti, per espandere la propria dimensione fuori senza perdersi, perché vige una bussola emotiva. Osservare le diverse angolazioni, è quello che avviene nel pensiero “laterale”, in contrapposizione a quello di porre una soluzione unica e diretta al problema. Il pensiero divergente permette di conferire diverse composizioni, anche, se dopo un’attenta osservazione, sembrerebbe che ci sia solo un’unica risposta o un percorso possibile. E’ come se la persona osservando lo spazio e il luogo possa avere diverse illuminazioni e questo non determina una confusione, ma la possibilità di uscire dalla solita serie logica. Studiare, come un architetto si è mosso nel terreno della progettazione, è quello che mi attira maggiormente; mi porta a scrivere su di loro e sugli spazi ed è principalmente la curiosità di come l’occhio, e le mani, di quella persona ha immaginato la “trasformazione”. Le Corbusier diceva: “Lo scopo dell’architettura è commuovere. L’emozione architettonica si verifica, quando l’opera …
Mancano pochi giorni alla conclusione di questa Biennale di Architettura a Venezia, il tema di questa 16° edizione della Mostra è FREESPACE; i diversi progetti presentati hanno
Se uno vuole entrare in uno spazio per trovare la “dimensione” dello spazio, allora attraversi con passi silenziosi e con lentezza il Padiglione dell’Austria alla Biennale di Architettura 2018 troverà tre posizioni diverse, e forse ne scoprirà una quarta che è quella intima all’interno del proprio corpo.
Sean Godsell, architetto australiano sembra che abbia colto dai suoi viaggi in Giappone quella visione assoluta di un elemento che si confronta con la complessità della forma.
Caruso St John Architects, Marcus Taylor, uno è architetto e uno è un artista, sono i curatori del Padiglione della Gran Bretagna ed entrambi sono in sintonia su una dimensione dello spazio, l’isola interiore che si annida tra la mente e il corpo e si espande nello spazio.
L’umanità contribuisce nel processo di dare forma al mondo d’oggi?
Il progetto di Norman Foster è il cammino, attraversare la natura e lo spazio architettonico
In questa 16° Biennale Architettura è presente un progetto “corale” di grande dimensione e di una forza e bellezza unica, dove diversi progetti convivono insieme in a piccola ”foresta” nell’Isola di San. Giorgio a Venezia che poggia sull’acqua.